IL RITO CONTRO IL MALOCCHIO
(l’occhiatura)
Il rito contro il malocchio è stato ed è
ancora oggi una pratica molto diffusa in tutte le zone dell’Italia meridionale. Si fa ricorso quando si attribuisce al malocchio, generato
da sguardi o commenti dettati da invidia, qualsiasi stato di malessere,
in particolare l’emicrania. Esistono varie versioni che sono state
tramandate di generazione in generazione. Il rito risolutore,
utilizzando un termine del De Martino,
varia secondo la regione e la località.
Questo rito può
essere tramandato rivelandone la formula esclusivamente la notte di
Natale scritto su un foglio oppure bisbigliato all’orecchio lontano da
occhi indiscreti.
La guaritrice
traccia per tre volte il segno della croce, recitando a bassa voce :
“In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”
e ripetendo per tre
volte la seguente formula:
“io te sciopero ra capo a’ pere,
chi t’è fatt’ male te pozza fa bene
uocchio contruocchio mittingill a’ l’uocchio
shcatta riavol e crepa l’uocchio”
Io ti libero
dalla testa ai piedi,
chi ti ha
fatto del male deve farti del bene. Occhio
(nel senso del malocchio)
contr’ occhio,
mettiglielo all’occhio
schiatta ill
diavolo e crepa l’occhio.
Di seguito, sempre
per tre volte, è ripetuto il segno della croce sulla fronte del “paziente”
con il pollice della mano destra recitando contemporaneamente la
formuletta e si continua ripetendo la stessa procedura sul capo ed
infine sulla nuca. Per accertare se il malessere è stato generato da
malocchio, al termine del rito la guaritrice versa dell’acqua in un
piatto e un po’ d’olio d’oliva in un cucchiaio. In quest’ultimo, la
guaritrice, intinge l’indice della mano destra per lasciarne cadere tre
gocce d’olio nell’acqua contenuta nel piatto. Se le gocce d’olio
rimangono intatte il malessere non può essere attribuito al malocchio,
invece, se l’olio si spande nell’acqua il malessere lamentato è da
attribuire all’altrui invidia. Ma non solo, infatti, se la chiazza
assume una forma circolare, il maleficio è da imputare a persona di
sesso maschile. Se invece la chiazza assume una forma allungata e
contorta, simile ad un serpente, il malocchio è imputabile ad una
persona di sesso femminile.
Enza Pompeo
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