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IL VOLO DELL’ANGELO di Franco Caracciolo
Ultima domenica d’Agosto, Festività di San Vincenzo Ferreri : "Il Volo dell'Angelo". Come da tradizione, le scene, che si rifanno al teatrino
medioevale, si svolgeranno, appena officiata la messa solenne in onore di San
Vincenzo Ferreri. Il bambino, legato ad una altezza massima di circa 25 metri
tramite un gancio di sicurezza scorrevole su una fune d’acciaio che
percorre un tragitto di circa 100 metri con una sosta centrale, dove
dall’alto si libra sul sottostante diavolo. La tradizione racconta che
quella corda d’acciaio fu donata, agli inizi del XX° secolo, da un gruppo
di emigranti gesualdini a lavoro su un mercantile statunitense attraccato nel
porto di Napoli, per sostituire quella fune di canapa che si era rotta
l’anno prima causando la caduta dell’angelo salvatosi
miracolosamente proprio sotto gli occhi della statua del santo. Lo scenario
è magico e incantevole. Con il cavo teso a sorvolare il tragitto tra il
castello che simboleggia il cielo e la grazia di Dio (intesa come benessere
corporale e spirituale) e il campanile della cinquecentesca chiesa dei
Domenicani (che simboleggia l’omaggio al santo portato dall’Angelo
in nome di Dio). Quella stessa Chiesa magnificamente restaurata e quello stesso
castello tragicamente compromesso dal terremoto del 1980, non ancora riattato e
non ancora completamente restituito alla naturale funzione pubblica per la
quale nacque. Ciò nonostante, comunque affascinante, pieno di segreti e
di storie su un musicista dalla vita particolare vissuta con sua moglie Leonora
d’Este. Un luogo e uno scenario architettonico e
naturale insieme, magico e pieno di storia, visitato, per interesse affettivo e
culturale, tra gli altri, da personaggi come il musicista e compositore Igor
Strawinschy e il regista Werner Herzog (Vincitore di un Pri Italia sul
musicista Carlo Gesualdo). Abitato, e frequentato, in un lontano passato da
personaggi illustrissimi come il geniale principe dei musici e il
“magnate” della cittadina di allora, Nicolò Ludovisi, marito
della nipote, Isabella Gesualdo che a sue spese edificò la maggior
parte degli edifici storici della cittadina secondo le volontà
testamentarie di Fabrizio II Gesualdo e del figlio Carlo: chiese, conventi,
neviere e un’intero borgo (burve) che era delimitato da un imponente
portone (lo fuoss’ re lo portone); attiguo all’antico pubblico
cimitero, nonché (con il contributo dell’Università) la
fontana più ricca di acque del paese, “La Cisterna” e non
solo. Il patrizio bolognese, elevò a Grandato tutto il principato
di Venosa. Ma forse emigranti, forestieri, giovani del luogo, e anche quei
“senior” imbevuti dalla pubblicistica locale mirata solo nei
confronti del padre di Emanuele Gesualdo, non ricordano che, Nicolò
Ludovisi era un personaggio fuori dal comune nella sua categoria e nella sua
epoca. Era nipote del pontefice e poi agitando il suo dardo con il diavolo…“lode a te evviva per sempre a dispetto di Satana e di tutto l’inferno!”…. E il diavolo non si fa attendere, sbuca da sottoterra e: … “di Satana? Di tutto l’Inferno? Quale esile fiato fa cenno al mio nome? Al mio Regno? …Tu! …Chi sei tu, o miserabile uccello dalle ali mozzate che pigolando vai su questa mia terra? - Io sono un angelo del cielo! -Un angelo? Ah ah ah ah ah… un angelo! …Piccolo verme trasformato in uccello! …” Lo scontro entra inesorabilmente nel vivo, diventa cruento
ed avvincente e continua per circa mezz’ora fino a quando
….fulmini, saette, ecc. ecc.ecc….! La manifestazione si conclude, momentaneamente, con la vittoria dell’Angelo sul diavolo che inutilmente fa vanto della sua potenza, che scaturisce dall’asservimento e dallo stravolgimento delle regole sociali, ad opera sua: “…Sono io, io che armo la mano della violenza…” per riprendere, dopo il pranzo, con la processione che parte dalla chiesa madre per seguire un percorso ben preciso che attraversa tutto il paese, con in testa a tutti l’Angelo Vincitore che annunzia il passaggio del Santo. Il pranzo del giorno di S. Vincenzo, per Gesualdo, è ancora una volta come il pranzo di Natale. E’ speciale come nelle grandi occasioni ed ha richiesto giorni di preparativi. Vede riuniti intorno alla mensa, proprio come negli eventi straordinari, parenti, magari non visti neanche a Natale, oppure da tanti anni, perchè lavorano e sono residenti fuori Gesualdo, ma che rientrano per l’occasione, nonché amici e conoscenti. E’ anche la festa degli emigranti tenuti rigorosamente presenti anche nel copione dell’Angelo. E’ la festa dei bambini che una volta ricevevano dolci e giocattoli, soltanto in questo periodo dell’anno. E’ la festa di ringraziamento per le messi copiose raccolte dopo un anno di duro lavoro nei campi, accompagnato dalla misericordia di Dio ottenuta per intercessione del santo taumaturgo S. Vincenzo che protegge campi e frutti della terra. E’ la festa del bambino-angelo, sempre di umili estrazione, che attraverso la coraggiosa recita, in passato e non solo, contribuiva finanche a sollevare le modeste condizioni di vita che un tempo, come oggi, per alcuni, erano molto più difficili che per altri. A tarda sera la processione rientra e si conclude con una messa solenne, celebrata sul sagrato della Chiesa del Rosario sovrastante la folla nella piccola piazza. C’è la benedizione dell’Angelo che rientra al cielo: “…benedico le vostre case, le vostre campagne e i vostri figli lontani da Gesualdo per motivo di lavoro…” (in una edizione più antica recitava: “…i vostri parenti nelle lontane Americhe”). Percorrendo a ritroso e di notte il tragitto della mattinata.
A scegliere il bambino, la commissione nominata dal Comitato per la festività della Madonna Del S.S. Rosario e di S. Vincenzo Ferreri. Insediatasi in piazza presso la locale Chiesa Del S.S. Rosario, alla fine delle prove tenutesi domenica scorsa, risultava formata da, Giuseppe Colatrella, Alfonso Cuoppolo, Antonio Cogliano, Salvatore Pesiri, Gerardo Sodomita, Umberto De Cicco, Gerardo Dell’Erario, Maria Franca Tommaselli e Franco Caracciolo, (assente Antonio Forgione). Dopo un serrato dibattito prendeva corpo la decisione finale, scaturita dalla proposta-compromesso presentata da Giuseppe Colatrella, votata all’unanimità e che stabiliva di assegnare la parte ai primi due, secondo una sorta di precedenza per anzianità. Il piccolo Davide da Avellino, ma di origine Gesualdina, solo per questo anno, e per il prossimo, al secondo bambino Nicola, di Gesualdo. La commissione, ne dava immediata notizia ai rispettivi genitori, al comitato e alla cittadinanza intervenuta.
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